l’Imposta di Registro viene ridotta, opportunità di risparmio

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Imposta di registro ridotta, finalmente una buona notizia sul fronte della fiscalità immobiliare???

Parliamo della riduzione prevista dal 1 gennaio 2014 dell’imposta di registro sugli atti traslativi o costitutivi di diritti reali, prevista già nell’art. 10 del  Dlgs 23/2011 (quello istitutivo dell’Imu) e recentemente modificata dal dl 104/2013.

La buona notizia sta indubbiamente nella riduzione complessiva della tassazione per gli acquisti immobiliari (nonchè per tutti gli atti costitutivi di diritti reali come l’usufrutto, l’uso e l’abitazione che grande importanza hanno per lo sfruttamento immobiliare di chi vuol rivolgersi al mercato immobiliare senza dover per forza concludere il solito contratto di locazione) che dal 1 gennaio 2014 saranno regolati da  2 sole aliquote

  1. quella prevista per gli immobili “prima casa” che precedentemente prevista con un’imposta di registro al 3% vedono ora per effetto dell’art. 10 dlgs 23/2011 ( che ha innovato l’art. 1 della tariffa parte I della tariffa allegata al al DpR 131 1986 “testo unico sull’imposta di registro) la stessa ridursi di un terzo passando al 2%
  2. quella cd ordinaria, prevista per ogni altro atto di trasferimento (o costituzione come abbiamo detto) immobiliare (ossia di diritto reale) che diviene del 9% (in realtà l’imposta di registro ordinaria era minore essendo la stessa precedentemente prevista al 7%, ma di fatto l’abbassamento delle imposta ipotecaria e catastale precedentemente previste con un’aliquota pari rispettivamente al 2% e 1% ed ora imposte in misura fissa a 50 euro cadauna, portava la tassazione complessiva al 10% vale a dire 7+2+1, contro il 9% più 50+50 euro previsti dal  prossimo 1 gennaio)

Parliamo dunque di una riduzione fiscale e di una buona notizia? In realtà no, infatti la riduzione fiscale per il prossimo 1 gennaio era già stata prevista nel 2011 (col cit. dlgs 23), e l’ultimo intervento del Governo (col decreto legge sull’istruzione 104/2013) ha in realtà previsto un aumento fiscale reintroducendo (sebbene soltanto nella misura fissa di 50 euro) le imposte ipotecaria e catastale che il dlgs 23/2011 aveva inteso interamente abolire.

In conclusione la buona notizia della prossima riduzione fiscale dell’imposta di registro indubbiamente è confermata, fa riflettere d’altro canto l’intervento legislativo che prima ancora della prevista riduzione fiscale ha già limitato parzialmente la sua portata introducendo ( o reintroducendo) balzelli da pagare,  quale spunto di riflessione, dunque, trarne?

  1. I proprietari che vogliono sfruttare il diritto reale limitato (usufrutto, uso o abitazione, come consigliamo ai nostri clienti nei casi in cui ciò è possibile, utile, e non dannoso) per abbattere il proprio peso fiscale immobiliare (compresa la famigerata Imu che come non tutti sanno non è dovuta dal titolare della sola nuda proprietà) tengano presente questa data (1 gennaio 2014), perchè se da un lato effettivamente potrebbero averne un beneficio (seppur minimo) dall’altro è forte il rischio che nelle pieghe innovative immesse dal governo possa essere inserita qualche norma che riduca i benefici o addirittura renda inutilizzabile lo strumento del diritto reale limitato (quantomeno ad alcune ipotesi di utilizzo immobiliare, o ad alcune categorie di soggetti), e allora perchè aspettare tale data e non risolvere con immediatezza il problema con tutti i benefici fiscali e non che ciò comporta?
  2. I conduttori che allo stesso modo vogliano sfruttare tale strumento per ridurre il canone di locazione da pagare in funzione dei benefici apportati al proprietario (magari trovandosi gli stessi nella posizione di non titolari di “prima casa” e quindi passibili di consentire lo sfruttamento di quelle agevolazioni al proprietario che in cambio possa attribuirgli un ulteriore sconto)  tengano anch’essi presente allo stesso modo i benefici (sconto sull’imposta di registro) che arriveranno il 1 gennaio, ma allo stesso tempo ricordino che se il legislatore per recuperare qualcosa potrebbe intervenire limitando le ipotesi possibili, e magari ad essere eliminato potrebbe essere proprio il tipo di situazione concreta in cui si trova quel soggetto (esigenza abitativa o commerciale, persona fisica, giuridica o società, uso agricolo o industriale, terreno edificabile o agricolo, edificio storico- artistico, o popolare o residenziale, venditore privato o impresa,  ecc.) rendendo impossibile sfruttare le favorevoli norme esistenti oggi.

In sostanza questa riduzione può costituire indubbiamente un’interessante opportunità di risparmio fiscale per tutti i proprietari che hanno intenzione di acquistare (o per riflesso vendere) un immobile ( e ai quali è tutto sommato consigliabile tranne che per particolari categorie di aspettare al 1 gennaio).

Ma per coloro i quali vogliano far uso di quei diritti reali limitati (nei limiti e con i sofisticati strumenti consentiti dalla legge) effettivamente e concretamente sfruttabili al fine di sostituire la locazione, davvero conviene aspettare al 1 gennaio (per averne una minima riduzione se rapportata all’enorme vantaggio che potrebbero perdere laddove lo strumento non fosse più utilizzabile ai fini predetti)?

Sui motivi per cui non aspettare a chiedere una consulenza fiscale immobiliare si legga anche QUI

 

Per fortuna  i contratti e le relative soluzioni possibili sono molti (e non collegate solo ai diritti reali limitati, sebbene questi nelle loro molteplici soluzioni, possibilità e variabili ne costituiscano una fetta importante)   e coprono la stragrande maggioranza dei casi concreti, consentendo a quasi tutti i proprietari immobiliari di adottare una soluzione che consenta di ottenere numerosi benefici, cui primo fra tutti , il risparmio fiscale ed il relativo aumento di REDDITO EFFETTIVO, e consentendo altresì ai conduttori che abbiano scelto una realmente valida soluzione contrattuale alternativa di andare sul mercato immobiliare con tali strumenti contrattuali differenti che gli consentano di ottenere un cospicuo risparmio di canone rispetto alla media.

Ad ogni modo se cercate la miglior strategia per aumentare il vostro reddito immobiliare (o per ottenere strumenti di riduzione del canone se siete inquilini), rivolgetevi a noi per una consulenza – tenendo presente che  in sede di consulenza studiamo i singoli casi concreti e tutte le possibili soluzioni alternative, dalla più conveniente fiscalmente, a quella con la durata migliore, a quella con le maggiori garanzie di evitare la morosità, a quelle più semplici da adottare e Vi consigliamo quella che riteniamo possa offrirvi il miglior beneficio complessivo (possibilmente tutti questi risultati contemporaneamente)  nel Vostro caso concreto, fermo restando che di fronte a tutte le soluzioni differenti prospettate potrete sempre sceglierne una diversa, volendo, magari, puntare più su un aspetto che sull’altro (qualche proprietario preferisce puntare maggiormente sul risparmio fiscale, altri preferiscono soluzioni con minor durata o più semplici od economiche, resta una scelta soggettiva che soltanto avendo di fronte tutte le possibili scelte alternative, con i relativi pro e contro, che normalmente il proprietario ignora, può essere veramente ottimale).

Prendendo contatti con lo studio saranno spiegate tutte le possibilità di avere una consulenza (tra le quali una consulenza di persona o in videoconferenza, una consulenza scritta che analizzi il singolo caso concreto, una relazione scritta con le varie soluzioni in astratto) ed i relativi costi, periodicamente teniamo anche delle conferenze in cui si spiegano le varie soluzioni possibili a proprietari immobiliari potenzialmente  interessati.

Chi volesse saperne di più sulla storia dello Studio può visitare questo link

“la storia dello studio dal 1880”

qui

E’  possibile chiedere un Preventivo Gratuito, inviando una E-Mail all’indirizzo avvocato.dambrosio@fastwebnet.it. Se è per una consulenza contrattuale relativa al risparmio fiscale la mail avente ad oggetto “richiesta preventivo” è opportuno contenga, gli estremi del proprietario (specificare se persona fisica o società), quelli dell’immobile (rendita e categoria catastale), il tipo di destinazione che si adatta all’immobile (abitativa, studio o negozio), lo stato attuale dell’immobile (libero o locato) e una succinta descrizione della questione.
Sarete ricontattati e vi indicheremo, quantificandolo nel dettaglio, il possibile  risparmio fiscale (lo studio non effettua consulenze se non vi è concreta possibilità di ottenere benefici per il proprietario), i tempi e costi del vostro sfratto (offriamo anche  la possibilità di sfrattare gratuitamente ai clienti che si affideranno allo studio per la stesura del nuovo contratto  e la ricollocazione dell’immobile liberato) o la risposta a qualunque altra questione avrete posto.

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