Cerchiamo di capire perchè potrebbero aumentare ulteriormente le imposte (già altissime) sul contratto di locazione.
A parte i soliti argomenti, il nostro debito pubblico enorme e la relativa spesa pubblica in costante aumento che ha sempre necessità di nuove risorse, abbiamo da poco visto come il governo tecnico abbia prontamente fatto ricorso ad un ulteriore inasprimento della pressione fiscale sui contratti di locazione, infatti con La legge 28 giugno 2012, n. 92, di riforma del mercato del lavoro il nostro legislatore ha pensato di coprire i costi della riforma scaricandoli sui contratti di locazione,per la precisione si è scelto di aumentare la base imponibile modificando l’art. 37, comma 4 – bis del TUIR, si riduce la deduzione del 15% (precedente riduzione dell’imponibile sul canone) al 5% a decorrere dall’anno 2013. In pratica Il provvedimento ha l’effetto di produrre una crescita della base imponibile dei redditi da locazione, che passa dall’85% al 95% del canone percepito, nel caso in cui il locatore scelga l’assoggettamento all’irpef. Mentre non cambia nulla per chi abbia adottato il sistema della cd cedolare secca che già si calcolava sul 100% del canone percepito.
Ora saranno finiti qui gli aumenti in un settore da sempre considerato al altissima percentuale di evasione e di conseguenza (come avviene spesso nel nostro paese) particolarmente colpito dalla pressione del fisco?
Probabilmente no, purtroppo temiamo che a breve anche il sistema della cd cedolare secca, creato come noto con lo scopo precipuo di far emergere il nero dei contratti non dichiarati (anche con il sistema del conflitto di interesse creato tra locatore e conduttore dalla astrusa normativa di adozione), subirà dei cambiamenti al rialzo, infatti pare che il sistema degli sconti (e dei conflitti locatore -conduttore) non stia dando al fisco i risultati sperati (anzi sia ben lontano dal darli) è proprio di queste ore la notizia che secondo la Cgia di Mestre la cedolare secca non funziona e che sarebbero ancora in nero circa un milione di affitti, ecco il link dell’articolo su un noto quotidiano http://lastampa.it/2013/02/04/economia/finanza/finanza-personale/la-cedolare-secca-non-funziona-K3mLRYnip4ORRxq3m23G6O/pagina.html
che dire cosa possiamo aspettarci, se non un prevedibile prossimo aumento delle favorevoli aliquote previste da quella normativa??
A questo punto la buona notizia è che il contratto di locazione non è l’unico strumento contrattuale previsto dalla legge per mettere a reddito il proprio immobile dandone il possesso ad un altro soggetto. E che gli altri tipi contrattuali pur essendo perfettamente legali, sono molto meno diffusi della locazione ed anche per questo molto più economici fiscalmente, consentendo di ridurre notevolmente l’IMU e l’IRPEF quando si tratti di uso abitativo, e la sola IRPEF (ma in misura ancora più rilevante) quando si tratti di uso commerciale. Tutto ciò almeno fino a quando queste normative più favorevoli non diventeranno di uso comune e quindi verranno modificate per non intaccare il fabbisogno fiscale dello stato!!! (fermo restando che i contratti già conclusi al tempo di una futura modifica non potranno subire aumenti fiscali)
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